HCNONSICOM : ultimo atto (5 anni con El Paso :2011/2016)

21 MAGGIO HCNSC BENEFIT CASSA ANTIREPUltimo atto, 4 bands + 2 mega djs per chiudere in bellezza il quinquennio dedicato al benefit Cassa Anti Repressione delle Alpi Occidentali a cura di quei bravi ragazzi di HARDCORE NON SI COMANDA : Tanto di Cappello a tutti voi!

Seratona da non perdere, chevvelodicoaffare…

p.s. Lo sapevate ? che i CGB vengono a suonare a Clavesana(CN) una settimana prima di venire al duplice compleanno/festona Tadca del 25 giugno??? Sapevatelo ora!

Rest In Punk , teppista!

bloody riot robertoIl 20 marzo del 2016 è morto Roberto Perciballi , leader dei BLOODY RIOT , banda seminale del punk romano, che nel 1983 fece il primo disco autoprodotto della scena romana. Scrisse anche uno di quegli importanti libri di biografia punk locale ormai sold-out,ossia “Come se nulla fosse-storie di pank a Roma”(Castelvecchi,2000) ,sull’onda di testi sull’ hardcore old school italiano tipo “I Ragazzi del Mucchio”(Sironi Editore) di Silvio Bernelli ,bassista degli Indigesti, oppure “Costretti a Sanguinare”(Shake Edizioni) di Marco Philopat, uno dei fondatori del Virus di Milano ( e prestissimo uscirà quello sulla storia punk hardcore della famiglia ligure dei CGB:  “…Sarà che siamo inquieti…-una storia punk Hc”, di Davide Raimondo, co-prodotto da noi Tadca Records. Scusate il martello, ma ci tengo particolarmente…).

Leggete l’articolo di Marco Mathieu (bassista dei Negazione) in memoria di Roberto , scritto sulla pagina di Roma de La Repubblica:

http://roma.repubblica.it/hermes/inbox/2016/03/21/news/addio_perciballi_il_teppista_rock_con_lui_roma_scopri_il_punk_-136023564/?refresh_ce

Rest in Punk, teppista!

*FRAMMENTI DI VITA* : Mini-Intervista a JOSH

dead elephant

Questa rubrica è rimasta sospesa per un pò, ma siamo lieti di riproporre ‘Frammenti Di Vita’, una mini-intervista ai protagonisti della musica underground nata e sviluppata in cantina,di gruppi spesso troppo sottovalutati( anche se non è questo il caso dei Dead Elephant…)

Eccoci con JOSH, pezzo da 90 di batterista trapiantato a Cuneo, che ha suonato e militato in diverse bande della scena locale, tuttora attivo con i BOSLOV, che partecipano con ‘Bipolar’ (terzo pezzo ) alla Tadca Compila (‘<Tadca Records Musical Circus>’), ma che han cambiato nome, e con questa mini-intervista si evindenzierà il perchè ,il percome e il perilquale.

Ciao Josh, ecco le domande millepiedi:

>TADCA: Presentati ,nome vero,nome d’arte(?),provenienza e ‘ruolo nella società’ . Cosa ti ha spinto(e da quanto) a buttarti su di uno strumento così matematico e grintoso come la batteria? (tra l’altro ho notato che picchi duro! in quanti e quali gruppi hai picchiato duro?)

>JOSH: Ciao Alan,

Prima di tutto volevo ringraziarti per avermi preso in considerazione in questo genere di intervista. Anticipo che nello scrivere non sono molto empatico, ma cercherò comunque di tirar fuori ciò che intendo dire nel modo più naturale e spontaneo.

In primis il mio nome è Giorgio ma oramai da diversi anni, mi si chiama Josh (soprannome coniato da Enrico dei Dead Elephant), le mie origini sono legate ad un piccolo paese della provincia di Lecco, sul lago di Como, ma per vicissitudini nelle quali mi sono ritrovato, ho vissuto in diverse parti d’Italia, sino a trovarmi a Torino (dove spero di rimanerci abbastanza a lungo).
Sin da piccolo ho evidenziato un approccio alla vita abbastanza nevrotico ed agitato, sicchè, dato che mio papà si era stancato di portarmi ogni giorno a farmi scagliare per ore ed ore sassi nel lago, un giorno mi ha acquistato una batteria un pò come anestetico a questo mio approccio. E da li tra un tira e molla è nato tutto. Come per ogni inizio, ho passato quasi tutta la mia adolescenza, quindi gli anni delle scuole medie/superiori, a suonare con diverse band, sino a quando per un motivo o per un altro ho deciso di abbandonare.
Il ritorno di fiamma c’è stato non appena (nel 2010) mi sono trasferito a Torino. Quasi casualmente ho ripreso a suonare, senza neanche crederci troppo, ma dopo aver sperimentato un pò di situazioni musicali, sono stato contattato su una sorta di social network musicale da Enrico (Elephant Man/Dead Elephant/The Turin Horse) per formare un duo chitarra baritona/batteria ed in seguito per entrare a far parte appunto nei Dead Elephant. Dopo uno scambio di e-mail abbastanza denso, e dopo aver ascoltato attentamente il suo percorso, mi sono proiettato in un contesto musicale che prima di allora mi era totalmente oscuro, contesto che mi ha permesso, di conoscere un modo diverso di approcciarmi alla batteria, sicuramente più personale. Un pò come fosse lo scalpello per un falegname, ovvero un mezzo per dire qualcosa di mio, in un modo viscerale ed incompromissorio. Io non mi sono mai considerato un musicista, nè tanto meno un artista. La ‘pacca’ che tu hai notato, deriva esclusivamente da questo mio approccio, legato molto di più allo sfogare questa mia attitudine nevrotica ed agitata, piuttosto che al dedicarmi nello sviluppare tecniche ‘astrofisiche’ che non mi sono mai appartenute (nè sarei in grado di sviluppare).
Ad ogni modo, questo contesto, mi ha permesso di entrare in contatto con la musica della Granda. Un’altra provincia sopita e a volte ‘velenosa’, dove però, a dispetto di realtà più grandi e dispersive, vi è una densità diversa, come fosse un’esigenza portare avanti un discorso del genere e non una posa autoreferenziata che è tipica di grandi città come Milano, Roma, o in termini minori anche Torino.

TADCA : Prospettive e ambizioni del progetto che portate avanti ora; perchè suonate quella musica( le etichette ti piacciono?), quali ispirazioni, quale futuro di tale scena ( di nicchia?di massa?di tutti/nessuno?)

JOSH : Conclusosi il rapporto musicale con Enrico e dopo un’esperienza con una band torinese con la quale ho suonato per circa un anno passando anche per l’ Olanda, ho sentito la necessità di recuperare quella parte dalla quale mi ero momentaneamente staccato.Stanco di varie situazioni, ho filtrato, su quel social network che vi ho accennato prima, per la provincia di Cuneo, in cerca appunto di una banda ‘diversa’. Così ho incontrato Bia ed Alex, all’epoca Dallashtalla poi con il mio ingresso divenuti Boslov, avevo la necessità di far parte anche io nel coniare il nome (prima d’ora non mi era mai successo). In seguito a percorsi ed attitudini differenti, Alex ha lasciato e poco dopo è subentrato Ciccio, e per lo stesso mio motivo, si è cambiato ulteriormente il nome in Qudreta (non è un mobiletto dell IKEA). Il nome tradotto significa resilienza, ovvero la capacità di un individuo, o di un gruppo di individui, di adattarsi a diverse situazioni, anche impreviste, che ci si trova a fronteggiare, e, senza dilungarmi troppo, per un motivo o per un altro, grazie ad esperienze differenti, è un concetto che riguarda tutti noi tre. Niente circa qualcosa di politico o religioso, per me sono due concetti che, in ambito musicale bisognerebbe abolire. Non si tratta di anarchia, ma di libertà di essere, senza avere alcun tipo di bandiera, con la sola esigenza di rimanere il più possibile coerenti con se stessi. (N.d.r: Segnatevelo questo nome , QUDRETA, lo risentirete presto, anche perchè al basso/cori c’è Cic cio degli Occhi Pesti !)
Mi viene difficile rispondere alle domande circa le ambizioni, ispirazioni e al tipo di ‘scena’ che si intende rappresentare o portare avanti. Non è ciò che più mi preme. La cosa più importante ora, è che siamo tutti e tre sul pezzo, e abbiamo tutti voglia di divertirci e di fare le cose in modo serio e genuino, ed ovviamente, senza alcun tipo di compromesso.

dead elephant2

TADCA : Prova a fare una lista di 5 bands e di 5 dischi fondamentali per la tua formazione dapprima musicale ma anche e soprattutto individuale, cioè personale, e se riesci a non fare torti a nessuno, prova ad ‘eleggere’ il migliore gruppo della scena cuneese contemporanea, per potenzialità o per esperienza già acquisita. Aggiungi un saluto o ringraziamento a chi vuoi tu, e la mini-intervista a domande millefoglie termina qui. (p.s. conoscevi già la Tadca records o altre realtà non mainstream locali?).

JOSH :Qui parlo di band relative ai loro album, quindi immagino che la domanda relativa alle 5 band ed ai 5 dischi possa fondersi in una sola. Se devo selezionare solo 5 dischi di sicuro sono presenti i Tool con Lateralus un disco totale che al tempo mi aveva impressionato non poco, Kollapse dei Breach, Songs for the deaf dei Queens of the stone age, Lowest shared descent dei Dead Elephant che praticamente mi ha introdotto ad un modo di vedere la musica totalmente a me estraneo sino a quel momento, e Relationship of command degli At the drive-in. Ma ce ne sarebbero molti altri che hanno avuto uguale influenza sulla mia vita ed evoluzione.
Per quanto riguarda i gruppi della provincia di Cuneo ad ora attivi mi piacciono molto La Macabra Moka, come anche La Teiera di Russel che ho visto settimana scorsa live qui a Torino, i The glad husbands, Lamalora. Ma in generale, tutto ciò che esce da questo calderone ha una densità a sè che ha qualcosa di potente, come spero saranno, a loro modo, i Qudreta.
Inoltre conoscere TADCA è stato parallelo all’entrare a far parte di questa scena cuneese, non la conoscevo, ma l’esperienza di registrazione nella saletta Pesta mi ha fatto conoscere persone strafighe che dimostrano visibilmente la passione, la dedizione e l’appartenenza a questo contesto così forte e prezioso di questo angolo remoto d’Italia.

Grazie ancora e ci si vede presto,

Josh

T: Ciao e stragrazie per il tempo dedicatoci!

per la tAdcA ,

Alan

 

CGB : presentazione del nuovo Libro sab 25 GIUGNO/Cuneo

Sabato 25 giugno fatevi invitare da Slash o da Alan alla ‘Festa Pesta’ dei 40 anni, sponsored by Tadca , dove i CGB , oltre a suonare , presenteranno la nuova pubblicazione cartacea ” ..Sarà che siamo inquieti...” , la storia punk hardcore della famiglia ligure degli ex-Crime Gang Bang.

(indicheremo il posto dell’avvenimento a tempo debito a chi è interessato). Concerti da fine pomeriggio + dj set punk hc a scemare…

Deserti i Concerti : i Club rimarranno aperti??

sala concerti 2sala conc 4Comunicazione di Servizio:

Cari associati Tadca, la situazione ai concerti non mainstream come i nostri stanno prendendo una bruttissima piega: lo scorso venerdì 22 al Mezcal abbiamo toccato il fondo del minimo storico, con 2 o 3 persone di pubblico ,senza contare le fidanzate dei membri delle bands. Una partecipazione simile ad una visita di un paio di amici in sala prove in un giorno infrasettimanale.
Che dire? Noi si va avanti lo stesso, ovviamente, ma cercando di non cadere più in trappole dove sono gli organizzatori a dovere sborsare il saldo di cachet insoluti alle bands. E’ capitato a me ultimamente , ma anche alla Vollmer Ind. e alla Brigante Rec. Questo per dire “nulla di personale”, ossia è una tendenza negativa per qualsiasi organizzatore di musica live sotterranea. Sembra che vada bene solo quando c’è il ‘nome di richiamo’, vedi Cani Sciorrì , La Macabra Moka et similia. Le persone, gli amici stessi, preferiscono sbattersi, muovendo il culo e spendendo il poco denaro e/o tempo a disposizione solo per gli eventi mirati, in cui c’è il “gruppone” (seppur locale).

Che fare? Organizziamo un crowdfunding preventivo ogni qualvolta ci sia un concertino da proporre ?( anzi: ‘proponiamo un c.f. preventivo ogniqualvolta ci sia un concertino da organizzare’ :suona meglio specularmente…)?

Che concludere? Le conclusioni le lascio aperte: vorrei innescare una sorta di dibattito interno, in cui ognuno dice la sua ( sì perchè sia organizzatori che suonatori che ascoltatori avranno bene da dire la propria visione della cosa, giusto? O non ce ne frega più davvero un cazzillo di niente, con manco più la voglia di decretarne il fallimento o tantomeno adoperarsi per una terapia ad hoc? ).

Fatevi sentire! Click su Funetto di ‘Leave COMMENT’ ! E’ ora di decretare, sindaci e consiglieri tutti ! Grazie per l’attenzione verso codesto (moderato) sfogo.

Per la Tadca,

Alansala concerti 3

 

APE UNIT : grindcore italiano bocciato da critico inglese di ‘Deaf Sparrow’

Vi segnalo questa recensione di ‘Turd’ poichè anomala: l’unica negativa che abbiamo mai letto a riguardo, che denigra tutto il genere il Grindcore contemporaneo per via di not-taken-seriously testi e pezzi troppo corti. Per di più noi Tadca Rec. figuriamo come una delle 7 desperate labels che spartisce una fetta di fecale torta quale è questo (amazing!) 10″. La verità è sempre e solo una, ma i point of views sono innumerevoli; ecco quello di Stanley (ma per niente ‘Kubrick’…):

http://www.deafsparrow.com/2016/04/17/ape-unit-turd/
Ape Unit – Turd
April 17, 2016 | Filed under: Reviews | Posted by: Stanley Stepanic

Grindcore is dragging on its last legs. Scratch that, it didn’t have any legs over the past ten years, it was a mere torso with arms. Now those arms are gone, and it’s ground its lower half into so many surfaces it’s about up to its neck, close to the brain, where it can finally pulverize itself fully into the ground and be gone forever. Why do we say such things? Because the genre, most of the time, hasn’t taken itself seriously since who knows. We can’t even remember anymore because the bulk of promos we receive from so-called grindcore bands, who now often make reference to powerviolence in the same sentence, are so God awful even God refuses to take credit for creating any of it. When did anyone decide that making a joke out of grindcore was a great idea? It’s not even tongue-in-cheek anymore, it’s tongue-through-cheek, sticks in your ear, wiggling around like an annoying eight-year-old’s idea of a prank. It then takes that tongue and dredges a few boogers out of its own nose, eats those as “that kid” was always known to do, then flings them around the classroom until placed into the corner to eat paste as punishment as a symbol of the world’s failures. See, we don’t even have any clever, meandering stories to make fun of the genre anymore, so we’ve reduced ourselves to lowering our standards. We’ve now placed ourselves at the same level as modern grindcore. What level? High school humor, or better yet, preschool, if you consider the type the level of gibberish they keep waving around as a false flag of underground freedom.

Listen, it’s possible to play grindcore and actually have standards, it really is, believe it or not. “Nuh uh, you guys have been hatin’ on core for like forever doods.” Oh really? You sure about that? Click those links, please. Now come back, breathe, and listen, grindcore fans. Songs about battering women’s bodies isn’t funny, it never was. Songs about sperm in a variety of contexts aren’t funny, they never were. Lyrics that are counter-culture yet make references to pop-culture aren’t clever, they never were. Samples taken from porn were never interesting, and will never be, as most of the music that calls itself “grindcore”. The problem is that someone, somewhere set the standards of all this foolery many years ago, and as grindcore lost its original draw, falling into a pit of humorous despair, its former fans moved on to things that actually can be taken seriously. Those who remained true to the core still worship what they think are their roots to feel as though they have a place in the underground world. All of this cretinism in grindcore has created a special niche quagmire where the fans therein pretend they’re so very elite rariade. And of course, no one else gets it. No, you don’t get it that we actually do get it. You’re horrible. You shouldn’t be printing your own cassettes or CD-Rs, let alone convincing some desperate label to do so. Nobody wants them. Your friends are merely pretending they enjoy it because they can’t be honest. Your family wears your shirts at your shows but nowhere else. Even your own children lie in front of you. No one can be honest, but we will.

The first reason this album was even noticed is the cover, which is spectacular, at first glance. The colors, the balance of images, the artist Croaman, it had to be worthy of our trust. Oh, the story it tells… Ape Unit has been grinding in Italy since around 2008, so they have a little experience, but as this “release” shows not enough to actually pull themselves away from the pack of slathering mooncalves who keep pretending and dreaming that grindcore is real. Turd proves why the genre is dying. It’s self-reflective on many levels, because it’s symbolically pretty much what you’d expect to find written on a bathroom stall in the first grade. Interestingly, unlike most of this crap we receive straight from the toilet, piling on top of other crap to create a mass of festering waste, the first track is promising, featuring the only thing Ape Unit has going for it; a few, though rare, mind-bending riffs that require an advanced degree in chaos mathematics to decipher. This, however, is quickly and consistently marred by grindcore idiocy. You’re treated to inane samples, low/high vocal back-and-forth with little variation that sounds like a pig farm, and songs that mostly run under a minute. You’re barely given a moment to grasp anything. This short-song approach was made into a joke, on purpose, by Gore Beyond Necropsy, to point at the obvious fact that the less time you utilize, the less room there is to develop. If you keep everything under a minute, there’s pretty much nothing to consume, and it’s all easily forgettable. But oh no, Ape Unit wasn’t finished yet, in addition to the typical annoyances of grindcore, they toss in group singing out of tune, surf rock break-downs to cover their powerviolence tag, and, of course, making fun of famous bands and referencing how cool is this man Seth Putnam, you know, for their credentials. To top off this fecal cake at a sewer birthday party for a boy made out of dung who just wants to be real, seven different labels were involved in releasing Turd on 10″, clearly for the fact that a single label by itself carrying this kind of offal wouldn’t have the funds and if there’s hate to be had, best to spread it around so everyone gets a taste and not one of them is left to swirl down the pipes alone. Honesty, is that what you wanted? Did you want to hear the truth so you could put an end to this venture you call a band? Then here you go. Stop making anything close to music, including metal/grind, until you learn to take it seriously. Don’t waste our time, or the world’s. Turd is only nearly absolute garbage, and who wants to be just average if you suck? Take it all the way next time, boys.

 

Primo commento a caldo…:

Questa drastica recensione sputtana del tutto quel grindcore fatto con sarcasmo tagliente dei testi , liriche estreme quanto la musica. Codesto Stanley prende come capro espiatorio i nostri Ape >Unit, e li crocifigge per l’espiazione globale di bands quali ‘Sposa in alto mare’ e simili, ossia coloro che usano blasfemia,sacrilegi, acida ironia e violento sarcasmo nelle parole da accompagnare ai riff ritmati di ultra tupa-tupa. Queste “ultra-lyrics”, insomma, lo affliggono in quanto svalorizzano , a dir suo, il genere GRIND, che deve morire, e veloce, se trattato in questo modo. Lui è nostalgico di quel grind dotato di serietà e forse messaggi politically-correct. Questa ortodossia la ricordavo per l’ HARDCORE militante anni 80, quando in Italia si combattevano Stato e Polizia ( quindi HC vs Stato di Polizia) a colpi di slogan politicizzati e frasi fatte per distruggere le certezze dell’ordine costituito. Spesso queste ultime (frasi) lasciano il tempo che trovano, e non si trasformavano in sana rivolta. Tolstoj disse : “Tutti vogliono cambiare l’umanità, nessuno vuole cambiare se stesso”. E si finiva per trasformare l’ hc-punk in un genere musicale…cosa che è accaduta davvero a partire dai ’90, e che tuttora vige. Ora dico: non è meglio una sana e coerente dissacrazione di tale ortodossia ideologica? O siamo davvero TUTTI duri e puri quanto i nostri testi rivoluzionari?? (to be continued…) ( commenti ultra benaccetti , provocazioni anche!) Grazie! alan