Cari associati Tadca, la situazione ai concerti non mainstream come i nostri stanno prendendo una bruttissima piega: lo scorso venerdì 22 al Mezcal abbiamo toccato il fondo del minimo storico, con 2 o 3 persone di pubblico ,senza contare le fidanzate dei membri delle bands. Una partecipazione simile ad una visita di un paio di amici in sala prove in un giorno infrasettimanale.
Che dire? Noi si va avanti lo stesso, ovviamente, ma cercando di non cadere più in trappole dove sono gli organizzatori a dovere sborsare il saldo di cachet insoluti alle bands. E’ capitato a me ultimamente , ma anche alla Vollmer Ind. e alla Brigante Rec. Questo per dire “nulla di personale”, ossia è una tendenza negativa per qualsiasi organizzatore di musica live sotterranea. Sembra che vada bene solo quando c’è il ‘nome di richiamo’, vedi Cani Sciorrì , La Macabra Moka et similia. Le persone, gli amici stessi, preferiscono sbattersi, muovendo il culo e spendendo il poco denaro e/o tempo a disposizione solo per gli eventi mirati, in cui c’è il “gruppone” (seppur locale).
Che fare? Organizziamo un crowdfunding preventivo ogni qualvolta ci sia un concertino da proporre ?( anzi: ‘proponiamo un c.f. preventivo ogniqualvolta ci sia un concertino da organizzare’ :suona meglio specularmente…)?
Che concludere? Le conclusioni le lascio aperte: vorrei innescare una sorta di dibattito interno, in cui ognuno dice la sua ( sì perchè sia organizzatori che suonatori che ascoltatori avranno bene da dire la propria visione della cosa, giusto? O non ce ne frega più davvero un cazzillo di niente, con manco più la voglia di decretarne il fallimento o tantomeno adoperarsi per una terapia ad hoc? ).
Fatevi sentire! Click su Funetto di ‘Leave COMMENT’ ! E’ ora di decretare, sindaci e consiglieri tutti ! Grazie per l’attenzione verso codesto (moderato) sfogo.
Per la Tadca,
albim: grazie per l’intervento, molto apprezzato. Vero vero vero: assemblare e mescolare creatività diverse, multiforme e multiaggregazione. Basta ghettizzarsi sempre stile nicchia di duri e puri, che ascoltano sonorità inconcepibili per molti, quindi stop all’incomprensione generalizzata….dovremmo sicuro unire le forze tra associazioni, mutuo appoggio per diventare sorta di ‘consorzio’, in cui si illuminano tante facce del ‘mostro’ dello spettacolo del weekend. apriamo le danze delle collaborazioni (per affinità non divergenze) da ora! thanx again
ultratrentenni fecondanti, traslocanti, tirando avanti, precarizzati, che la musica live ci ammorbidisce, ci riporta agli anni 90. anni meccanici e deliranti come il grunge e l’hardcore, come le vecchie uno, come le sbronze al chiar di luna nei boschi in festa, san mauro lovalova, pian dell’orso, capolinea, macabre, VITA!!!! ora nuova formula. dobbiamo contaminarci (serve più respiro nelle serate non solo hardcore, anche reading, spettacoli teatrali, risse tra donne nude, body painting, giornate per artisti, mostre di artisti un po’ schiacciati in provincia come noi musicanti ecc.) dobbiamo trovare una nuova poetica, che attragga gente. mi piace non mi piace mi clicca lo clicco mi fotografo mi linkano fuckck… Esageriamo. massì esageriamo ancora! rincazzo generazionale. torniamo almeno noi, facciamo concerti pomeridiani con baby parking? allattiamo sul palco. allettiamo, ti amo? Si. ti amo!