A mesi di distanza eccoci al sesto appuntamento recensivo, non c’eravamo dimenticati di voi! E’ che siamo sottopressione per una serie di nuove uscite e di collaborazioni e di iniziative, insomma , i ritagli di tempo sono sempre pochi , perchè il quotidiano non ci lascia respiro. Questa boccata d’aria ossigenata la dobbiamo dedicare a tutti i costi agli amici liguri degli EVERSIONE, gruppo ormai collaudatissimo che mena duro sugli strumenti. Soprattutto sono 4 ragazzi motivati ed appassionati che hanno voglia di farsi sentire e capire.
Appena sono riuscito a combinare ho passato il loro nuovo CD al Dr.Sam ,il quale mi risulta essere entusiasta dell’ascolto dato! E, come sapete già, è stato un ascolto attento e tecnico, senza dimenticare che il messaggio è fatto di musica, parole e attitudine insieme. Il Dr.Sam ha aperto anche un blog indipendente per scrivere le robe musicali che più gli piacciono, eccolo: https://graffimusicali.blogspot.com/
Ah,ultima cosa: anche gli Eversione compaiono tra i 19 partecipanti alla nostra compila CD “Vicious Circle” in uscita,si spera,il 21 marzo .Buona lettura
“Ti hanno concesso il diritto di esporre
Il tuo disappunto seduto da casa
Scrivici pure i tuoi suggerimenti…”
Così aprono gli Eversione il loro ultimo album, primo full-length successivo all’ ep dal titolo “Un istante di fervore”del 2015 , superato nel 2016 dallo split “Eversione/Eco”. Entrambi lavori che consiglio di recuperare sul loro bandcamp (https://eversionehc.bandcamp.com/album).
Bene, un invito del genere non me lo lascio scappare di sicuro, ancora di più dal momento che, in questo periodo , sono senza ascolti nuovi e mi serve proprio qualcosa di caldo per riscaldarmi le orecchie.
Parto col dire che ci troviamo davanti ad un ottimo prodotto composto da 12 tracce, 12 schegge scagliate ad una velocità inaudita verso l’ ascoltatore. La band sa ottimamente dosare tempi e dinamiche dando ad ogni canzone non solo la giusta durata ma anche il giusto collocamento sulla scaletta, creando nel bacino delle 3 canzoni centrali un rallentamento, un mid-tempo che lascia prendere il fiato ma, soprattutto, ripristina l’attenzione, e non è una cosa da sottovalutare : troppo spesso mi trovo tra le mani interi album che paiono un metronomo intento a scaricare le batterie. I pezzi hanno la giusta durata, i tre che superano i 2 minuti sono proprio i tre di cui sopra e questo è riconducibile al beat rallentato, sicuramente frutto di un lavoro di ricerca dell ‘essenziale.
Dal punto di vista stilstico il loro HC è classico, legato alla seconda metà degli anni novanta, e se si vuole fare un paragone con altre band sulla piazza italiana degli ultimi anni (del quale mi scuso) li possiamo avvicinare a Zona d’Ombra, Congegno o Attrito ,e della nostra zona ai Fukuoka. Questa rabbia, questa foga non chiude mai le porte alla melodia e ai cori , con parti cantate che (anche se talvolta non perfette a livello tecnico) portano a casa un risultato impattante, incastonato nell’ attimo. Mai una melodia fuori posto anche per quanto riguarda la posizione della stessa nei testi , non politicizzato ma politico per come affronta il quotidiano ,non senza sprazzi di umano sentimento universale . Ottima la composizione chitarristica con quel leggero approccio modale vicino a situazioni post-punk, una sezione ritmica sfrenata e non completamente precisa che crea un’ambiguità vagamente disarmante, soprattutto nelle parti più lente. La qualità audio è buona, con i “bassi” contenuti e non fastidiosi, le “medie” protagoniste assolute, mentre le “alte” molto indietro e le “altissime”non pervenute. Questa cosa onestamente non mi fa impazzire perchè preferisco un suono più crunch, più croccante, ma è davvero molto soggettivo e il buon mixaggio non crea fraintendimenti.
Canzoni emblematiche ne abbiamo anche un po’: dal minuto abbondante della open track “Prima di Andare al Macello”, al fiume di ricordi e risposte per “Noi”, poi “Luce di un Giorno di Sole” rappresentata anche nella copertina, il mood quasi da singolo de “il gioco delle parti” a finire con “La Canzone di Capodanno” ( che insieme a “Sarà un Natale Fantastico” dei Congegno ci fornisce un’ottima soundtrack per le festività prossime!).
Siamo di fronte per quanto mi riguarda ad uno de migliori prodotti della scena italiana di questo anno oramai concluso: veloce, sincero, emozionale o ragionato a seconda della necessità, chiaro nel suo intento e senza la cafoneria di voler fare più di quanto si deve, in grado di colpire già dal primo ascolto e senza dubbio di smuovere il pubblico durante i concerti.
Dr.Sam